Arrigo Giovannini
NUVOLE
Forme d'aria
immagini di Arrigo Giovannini
sede Pro Loco, Piazza Garibaldi,5 Suzzara
mostra fotografica
14 - 28 settembre 2025
Tra cielo e terra:
Le nuvole e il Sacro
Il sacro, presenza necessaria, se non struttura interna, nelle teogonie e cosmogonie del mondo antico, è una sorta di fluido che attraversa, impregna cose e persone, tempi e luoghi, spazi ed eventi dei mondi in particolare delle società premoderne.
La Storia delle Religioni (in particolare quelle del Libro) ci mostra che le nuvole, nella varietà delle loro forme e trasparenze, partecipano di queste dinamiche del sacro, talora in forma simbolica, ma talora anche come protagoniste di eventi-chiave della vita religiosa. Non possiamo, in questa sede, percorrere le diverse e complesse modalità della loro presenza in ambito religioso. Ci limiteremo a qualche cenno relativo al contesto ebraico-cristiano. Non importa, per il nostro argomento, se e quanto le narrazioni che proporremo riporteranno eventi appartenenti alla storia o al mito (come gli studi più recenti ritengono più probabile): interessa l’atmosfera di intensa sacralità in cui viene coinvolta la nuvola in tutto il racconto del “contatto” che si verifica tra Mosè e Jahweh durante la marcia del popolo d’Israele nel deserto di Canaan. Nel libro dell’Esodo si legge che la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte (14, 20), segno della difficoltà con cui si diffondeva l’idea di un Dio unico. Per ordine trasmesso dal Signore, il popolo dovrà rimanere ai piedi della montagna.
Prima della salita di Mosè «vi furono tuoni, lampi, una nube fitta sul monte; […] (19, 16) […] Mosè salì sul monte e la nube, la Gloria del Signore, […] lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube […]. Mosè entrò dunque nella nube e salì sul monte dove rimase 40 giorni e 40 notti» (Es. 24, 15-16,18). Mosè chiede al Signore di vedere la sua gloria. La sua preghiera viene in parte accolta: […] La nube affievolisce l’intensità di un incontro che altrimenti risulterebbe fatale. L’Eterno si limita a chiamare Mosè (Es., 33, 20) il quale sale e penetra nella nuvola che lo protegge da contatto diretto con il Sacro assoluto. L’Eterno si manifesta sulla montagna come avverrà nel Tempio e nella tenda di riunione (Num. 17,7). La nuvola, dunque, come protezione e come mezzo di trasmissione dal Sacro al Profano. Il resto, la consegna delle tavole della Legge, è noto. Non possiamo soffermarci sui profeti d’Israele, ma pressoché in tutti la nuvola come simbolo è presente: da Ezechiele a Isaia, da Osea a Daniele. Ma è pure nel II° Testamento che il tema è presente in più parti essenziali in quanto si allarga con la presenza dello Spirito Santo. Anzitutto l’Annunciazione: l’arcangelo rivela alla Vergine Maria che su di lei scenderà l’ombra (=la nube) dello Spirito Santo, potenza dell’Altissimo (Luc. 1,35). E così durante la trasfigurazione, Gesù, accompagnato da Pietro, Giacomo e Giovanni su un “alto monte”, converserà con Mosè ed Elia avvolto, con i suoi interlocutori, da una nube luminosa, mentre una voce annuncia che l’Eterno si è manifestato tramite il Figlio (Mat. 17, 1 seg.).
La nube accompagna la presenza del Signore. E che dire – a conclusione del II° Testamento – dell’affermazione dell’Apocalisse di Giovanni: «Ecco: viene tra le nubi; tutti gli uomini lo contempleranno, anche quelli che l’hanno trafitto» (1,7)? E che dire di millenni di pittura europea cristiana, carica di nuvole spesso partecipanti, nei loro colori, dell’atmosfera in cui si colloca il soggetto ivi rappresentato? Basterà citare la celebre Camera degli sposi (1465-1744) di Andrea Mantegna, presente nel Palazzo Ducale di Mantova, il cui soffitto è squarciato da un’ampia finestra circolare ai cui bordi si affacciano angioletti con le ali, mentre il cielo, sullo sfondo è ampiamente occupato da una grande nuvola che sembra trasmettere all’interno un riverbero della luce divina.
Dunque, malgrado non sia stato possibile superare certi limiti imposti dalla collocazione di questo testo, si è scoperto come le nuvole occupino un posto non di secondo piano presso le religioni di scrittura (o del Libro), ma ovviamente soltanto una lettura comparata ci farebbe cogliere caratteri comuni polarizzati sulla loro funzione mediatrice del sacro, tra immanenza e trascendenza e quindi un ulteriore strumento di apertura, comunicazione, metafora, simbolo per la creatura che alza il suo sguardo verso il Creatore. Non solo, ma la loro rappresentazione, come si coglie in questi scatti così evidentemente empatici di Arrigo Giovannini, mette in luce un’insospettata simmetria tra nuvole e musica: per entrambe si può dire che sollecitano i meccanismi della fantasia e creano un profondo senso di libertà spirituale. Le splendide fotografie esposte nella mostra fotografica di Arrigo Giovannini lo testimoniano ampiamente.
Carlo Prandi
La mostra è realizzata con il patrocinio del 
Approfondimenti:
Nuvole, Arrigo Giovannini leggi
Forme d’aria, Claudio Fraccari leggi
La materia dei Sogni, Anastasia Malacarne leggi
Tra cielo e terra, Carlo Prandi leggi
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Info: mostra a cura dell’Associazione amici del Premio Suzzara
Sede Pro Loco - Piazza Garibaldi, 5 - Suzzara
Orari di apertura: Sabato e domenica 10.00-12.30 e 16.00-19.00
nei giorni della Sagra del Crocifisso (18-24 settembre) dalle 20.00 alle 23.00